L’Italia è al passo con i tempi nella transizione verso l’energia pulita. Lo rivela un’indagine condotta lo scorso anno, secondo la quale il 73% dei fornitori energia propone offerte al 100% green o con un’opzione di scelta tra sostenibile e non.
Ma nel mondo dell’energia, come abbiamo visto altre volte, le offerte non sono tutte uguali e questo, naturalmente, vale anche per le tariffe green. L’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili può provenire da centrali eoliche, idriche, fotovoltaiche o da un mix di tutte queste opzioni e, soprattutto, possono esserci differenze in termini di prezzo tra operatori che offrono tariffe green con o senza maggiorazioni per i clienti.
Nonostante la maggior parte degli operatori (circa il 62%, secondo la ricerca) non applichi alcuna spesa aggiuntiva per la vendita di energia pulita, in alcuni casi è possibile che le tariffe green prevedano un sovrapprezzo che va mediamente dai 5€ ai 30€ annui. Un fattore, in grado di condizionare pesantemente la scelta tra energia rinnovabile e non, specie se comparato alla possibilità passare ad un’offerta energetica green senza alcuna maggiorazione.
È inoltre interessante sapere che, la stessa indagine, ha evidenziato come offerte energetiche digitali, cioè attivabili da remoto, con approvvigionamento da fonti rinnovabili e che prevedono pagamento con RID e invio della bolletta in formato elettronico costino in media il 9% in meno rispetto a quelle non green.
Offerta Luce Green: come scegliere quelle davvero sostenibili
Per le offerte luce generalmente è più semplice. L’elettricità prodotta in modo sostenibile è oggi una realtà affermata e diffusa nella filiera energetica nazionale. Tuttavia, per essere sicuri che un’offerta luce sia realmente sostenibile è necessario verificare che le fonti utilizzate per produrre l’energia siano certificate e rispettose dell’ambiente.
Dovranno quindi:
- provenire da fonti rinnovabili, come acqua, sole, vento, o un mix di tutte queste opzioni;
- possedere la necessaria “Garanzia di Origine” (o “GO”), in conformità con la direttiva europea 2009/28/CE.
Questi due indicatori rappresentano un primo e ottimo indizio per capire se l’offerta energetica proposta è davvero green.
Gas 100% green: è possibile?
Diciamolo subito: no, o meglio, non proprio. Il gas metano, cioè quello che solitamente utilizziamo per riscaldare casa e cucinare (diverso dal GPL, cioè quello venduto in “bombole”) è un combustibile fossile. Proviene dalla natura, ma la sua combustione non è “naturale” in quanto provoca emissioni di Co2, anche se in quantità molto ridotta rispetto ad altri idrocarburi, come il petrolio.
Il biogas, ossia un gas metano 100% green, esiste ed è quello prodotto da impianti per la trasformazione di rifiuti organici, proprio come gli scarti che produciamo in cucina, ma in questo caso provenienti da grandi aziende agricole o zootecniche in grado di garantire le tonnellate di materie prime necessarie alla produzione di grandi quantitativi di gas. Il metano prodotto artificialmente dalla fermentazione degli scarti viene poi incanalato e immesso nelle linee di distribuzione.
“Ma…c’è un però”, diceva un famoso comico televisivo. La filiera del biogas è ancora oggi considerata troppo “instabile” e soggetta a numerose problematiche, che riguardano soprattutto:
- una produzione sostenibile della parte organica
non sempre recuperata da aziende agricole o allevamenti (e, anche in quel caso, non selezionata in basa alla sostenibilità di produzione), ma spesso prodotta con il solo scopo di essere impiegata per produrre gas. Ciò significa spreco di cibo, di risorse (terreni agricoli, acqua irrigua, etc) e, spesso, abbondante utilizzo di fertilizzanti e pesticidi; - capacità di soddisfare la domanda
gli attuali livelli di produzione di biogas sono assolutamente insufficienti per soddisfare il fabbisogno di gas metano, non solo italiano, ma anche solo delle regioni più grandi o densamente popolate del Bel Paese. Ciò significa impossibilità di rispondere all’attuale domanda, ma anche un ingente incremento dei costi per chi sceglie di utilizzarlo; - difficile certificarlo
la filiera del biogas è molto difficile da “controllare”, ossia assicurare che la produzione del gas avvenga in maniera 100% sostenibile. Per farlo, sarebbe opportuno conoscere la provenienza del materiale organico utilizzato per produrlo, se e quali additivi chimici sono stati utilizzati per coltivarlo (o allevarlo), come viene effettuato stoccaggio, trasporto e altri processi di distribuzione.
Al momento, queste criticità non permettono una concreta prospettiva per l’utilizzo di un gas verde. Sempre secondo la ricerca citata in precedenza, il metano green costa in media ancora l’11% in più rispetto a quello tradizionale ed è utilizzato da meno dell’8% dei distributori di energia in Italia. Contando che, alcuni di essi, promuovono offerte basate su un mix di biogas e metano tradizionale, la percentuale si riduce ancora.
Allora, com’è possibile scegliere un’offerta energetica davvero sostenibile?
Partendo dalla luce, che deve essere – come abbiamo visto – proveniente da fonti rinnovabile certificate e, meglio ancora, se alla stessa tariffa di un’offerta energetica non sostenibile.
Per il gas, la cosa migliore è scegliere un fornitore impegnato per la salvaguardia e la promozione del o dei territori in cui opera, con iniziative di carattere ambientale o sociale, continuativi e in sinergia con le imprese della zona.
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